Nasce da prati azzurri
e come noi il parto
è una tempesta.
Gelidi soffi, vividi lampi,
tuoni lontani,
quasi una battaglia.
Come un puledro allora
l’onda s’impenna
e sfida il vento
con spruzzi di criniera.
Calma la notte
e l’onda s’acquieta.
Punte di luna avanti ora
le compagne,
un dondolio di prue
la sua scia.
Confonde
un tremolio di luci
l’orizzonte:
luci di navi
dove un bambino ride,
luci di stelle…
dove un bambino piange.
E poi avanti, avanti ancora,
luci di monte
che l’alba già scolora.
Solca una scia di stelle
ora la prua: punte di onde
che il sole basso sfiora.
Incontro a lei
volano in festa
occhi di donne
e ali di gabbiani
e anche l’onda
mentre pian piano muore
verso la riva
sulla sua cima increspa
il bianco di un sorriso.